Famosa per essere stata capitale della cultura 2019, Matera è diventata meta d’obbligo per molti turisti stranieri e italiani. Questo successo è dovuto sicuramente alla sua storia e alla particolarità delle antiche abitazioni dei vecchi centri storici. Anche noi, incuriositi, abbiamo deciso di fare una piccola deviazione durante il nostro tour della Valle d’Itria e siamo andati a trascorrere una giornata in giro tra i sassi di Matera. Ora vi racconto un po’ com’è andata e vi do qualche spunto in caso aveste voglia di visitarla anche voi!

Il centro storico

Noi siamo arrivati in macchina e abbiamo parcheggiato un po’ fuori dal centro, all’altezza di via Annunziatella o via Lucana, girando un po’, si possono trovare dei parcheggi gratuiti.

Matera è il più grande comune di tutta la Basilicata, ma nonostante questo, le distanze da percorrere a piedi per arrivare al centro storico non sono elevate. Camminando circa un quarto d’ora si arriva alla piazza principale della città, Piazza Vittorio Veneto. 

Da qui, oltrepassando il portico sulla sinistra, è possibile accedere già a uno scorcio sui famosi sassi, una vista suggestiva sulle antiche case degli abitanti della città. Io e Carlotta abbiamo avuto la fortuna di avere anche il sottofondo musicale di un gruppo di artisti di strada del posto, che ha reso il panorama ancora più suggestivo!

Se la giornata è calda, potete andare a rinfrescarvi alla fontana in fondo alla piazza, per poi girare sulla sinistra e camminare lungo Via del Corso fino ad arrivare a Palazzo Lanfranchi.

Dalla piazza principale poi, oppure da Palazzo Lanfranchi, seguite le indicazioni e scendete le scale, sarete trasportati nel vecchio mondo dei Sassi di Matera!

Pausa pranzo tradizionale

Prima di proseguire il tour di Matera, se volete pranzare con una specialità tipica, vi consiglio le fantastiche focacce di Paoluccio, in Via del Corso, oppure del panificio de Palo, accanto a Piazza Vittorio Veneto. 

In fondo alla pagina, i link ai siti dei due forni, se volete un’anteprima delle leccornie che vi aspettano!

I sassi di Matera

Il fulcro di Matera sono sicuramente le sue celebri abitazioni antiche, per l’appunto i Sassi, chiamate così perchè scavate direttamente nelle rocce. Sono state abitate dai tempi della preistoria fino agli anni ‘50, quando il degrado raggiunto al loro interno costrinse il governo a sfollarle, assegnando agli inquilini delle nuove abitazione. 

Nel 1986 è iniziata la loro rivalorizzazione e nel 1993 sono state dichiarate partimonio dell’Unesco.

Sasso Caveoso e Sasso Barisano

I sassi sono suddivisi in due quartieri : il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano.

Nel Sasso Caveoso si sono meglio conservate le abitazioni scavate nella roccia così come sono storicamente sempre state, e lo si può visitare camminando tra le sue vie fino ad arrivare alla piazza principale in cui si trova la Chiesa di San Pietro Caveoso.

Il Sasso Barisano, invece, è quello più settentrionale, ci si arriva continuando la camminata dalla chiesa, e si presenta un po’ più turistico e moderno, con diverse attrattive.

Alcune delle case sono visitabili, come Casa Ortega, che è la casa di un esiliato spagnolo con dei suoi dipinti molto famosi sulla guerra civile, oppure Casa Noha, con una mostra interessante su Matera.

La passeggiata tra i sassi è molto affascinante, trasporta i visitatori in un’epoca passata, ma non poi così lontana.

Visita alla Casa Grotta

Le Case Grotta sono le tipiche abitazioni del vecchio centro di Matera. Le due principali si possono trovare in Vico Solitario e in Vico Casalnuovo. Noi abbiamo visitato la prima, il biglietto costa 3 euro e nelle informazioni utili potete trovare i link del sito ufficiale, che trovate nelle informazioni utili.

All’interno si può vedere come erano costituite queste piccolissime case, incavate nella roccia e composte praticamente in un unico ambiente che faceva da salotto, camera da letto matrimoniale e camera per i bambini. 

Molto particolare e interessante da osservare è la piccola cucina e il letto molto alto su cui dormivano gli adulti della famiglia. Fanno impressione poi le dimensioni del tavolo da pranzo, sul quale veniva posto principalmente un unico piatto dal quale le persone andavano a mangiare. Cosa ancora più particolare, si può notare come i bambini più piccoli venissero fatti dormire nella cassettiera aperta, che per risparmiare spazio, quando arrivava la sera assumeva la funzione di culla.

Sui muri sono appesi poi tutti i documenti di proprietà della casa e quelli di sfratto, in cui si nota come il comune, negli anni ’50 non abbia lasciato scelta agli abitanti delle case grotte, costringendoli tutti a trasferirsi altrove.

Informazioni utili

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